Con il termine bonifica vengono indicate generalmente tutte quelle attività aventi lo scopo di rendere produttivi e salubri i terreni acquitrinosi, paludosi e privi di scolo delle acque superflue o, per contro, quelli bisognosi di irrigazione, al fine di ottenere non solo un'agricoltura fiorente, ma di favorire l'insediamento umano e lo sviluppo socio-economico.
Ma la bonifica è chiamata oggi non solo a garantire la sicurezza idraulica di vasti territori e ad assicurare, attraverso l'irrigazione, una migliore qualità delle produzioni, ma anche a svolgere una fondamentale funzione ambientale per la salvaguardia del paesaggio e dell'ecosistema agrario, nonché per la tutela della qualità delle acque.
I Consorzi di Bonifica rappresentano una forza durevole in grado di affrontare con successo anche i nuovi compiti che la trasformazione della società italiana ed europea pone all'agricoltura, al territorio ed all'ambiente.
Attualmente la Bonifica, con i suoi Consorzi, assicura acqua sufficiente a una agricoltura sempre più moderna ed avanzata. Con i suoi impianti, la sua diffusa rete di canali, i suoi servizi all'utenza, la bonifica garantisce inoltre la tutela del suolo e la salvaguardia delle risorse ambientali, fondamentali per un ulteriore sviluppo.
L'avventura della bonifica meccanica nel territorio della Grande Bonificazione Estense prese avvio nel 1853; si elaborò il "Piano in prevenzione sul prosciugamento artificiale col mezzo delle macchine a vapore del Primo Circondario Consorziale della Provincia di Ferrara".
Il "Piano in prevenzione " prevedeva l'attivazione di sette idrovore a vapore.
Nel 1913 la bonifica idraulica poteva dirsi compiuta; opere complementari relative alla derivazione, alla viabilità, alla navigazione interna, alla elettrificazione e all'appoderamento furono compiute nel corso degli anni Venti e Trenta. Gli avvenimenti bellici della seconda guerra mondiale portarono ad una stasi dei lavori di completamento e misero in luce anche l'importanza militare degli stabilimenti di Codigoro. Fu sospeso il funzionamento degli stabilimenti ad uso di scolo e furono messi in attività gli impianti di derivazione con lo scopo di invasare nel più breve tempo possibile, a quota massima, le acque introdotte dal Po in tutti i canali e condotti.
Nella parte orientale della provincia di Ferrara, compresa fra Po e Volano, limitata a levante da una linea di dune che va da Pomposa a Mesola ed a ponente da terre più elevate sul livello del mare, si stende il comprensorio della Grande Bonifica Ferrarese. L'altimetria e la geologia di questo territorio rispecchiano il modo disordinato con cui venne a formarsi mediante gli apporti del fiume Po.
Il Consorzio Generale di bonifica nella Provincia di Ferrara è l'ente di secondo grado che riunisce i tre Consorzi di Bonifica Ferraresi (I Circondario, II Circondario, Valli di Vecchio Reno) su un territorio di 254000 ettari, comprendendo la quasi totalità della provincia di Ferrara.
La bonifica ferrarese è un caso unico in Italia, tanto che è più facile ritrovare similitudini e riscontri con realtà di altri paesi, quali l'Olanda, che con il resto del territorio nazionale. Si tratta di un territorio piatto, i cui punti più elevati nella parte sud occidentale toccano i venti metri sul mare, con estese e profonde depressioni centro orientali (fig.1) che superano i quattro metri sotto il livello del mare.
Il deflusso e lo scarico delle acque in eccesso viene regolato artificialmente attraverso un complesso sistema di canali attrezzati con numerosissimi impianti idrovori, le cui pompe sollevano e risollevano le acque di scolo per avviarle al mare.
Per Info
http://www.generalebonifica.com/sitl.html
http://www.1bonife.it/mas.htm