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Corso Ercole I d'Este e il Quadrivio degli Angeli



Corso Ercole I d'Este e il Quadrivio degli Angeli
 

CORSO ERCOLE I D'ESTE E IL QUADRIVIO DEGLI ANGELI

L'Addizione Erculea rappresenta la più importante opera urbanistica del medioevo, operata da Biagio Rossetti su ordine di Ercole I d'Este da cui prende il nome. Il progetto prevedeva la creazione di una nuova zona monumentale a nord della città, oltre la Via Giovecca. A partire dal Castello Estense fino a nord della porta degli angeli correva un lungo viale detto Viale degli Angeli (successivamente ribattezzato appunto Corso Ercole I d'Este) il quale andava ad intersecarsi con un altro viale proveniente da est: dall'incrocio di queste vie nasce il cosiddetto Quadrivio degli Angeli formato dal Palazzo dei Diamanti, Palazzo Prosperi-Sacrati e Palazzo Turchi di Bagno.
Corso Ercole I d'Este è una via storica di Ferrara e una fra le più importanti della città.
La strada rientra nell'antico progetto dell'Addizione Erculea, voluta dal duca di Ferrara Ercole I d'Este e commissionata a Biagio Rossetti.
I lavori dell'opera urbanistica sono iniziati nel 1492 e terminati verso il 1510 e prevedevano l'unificazione diretta fra la parte sud del centro storico dove è collocato il Castello Estense con la parte nord delle mura fino alla Porta degli Angeli. Il lungo viale che si andava così a creare prendeva il nome di Viale degli Angeli e all'incrocio con una via trasversale proveniente da est arrivava a formare il "Quadrivio degli Angeli" formato dal Palazzo dei Diamanti, Palazzo Prosperi-Sacrati e Palazzo Turchi di Bagno.
Il "Quadrivio degli Angeli" è oggi ancora presente e l'antico Viale degli Angeli è stato rinominato "Corso Ercole I d'Este". Oggi il viale è interamente pedonale eccetto per un brevissimo tratto che va da via Arianuova a corso Biagio Rossetti. Vi si collocano, oltre che al Palazzo dei Diamanti, Palazzo Prosperi-Sacrati e Palazzo Turchi di Bagno, il palazzo del Monte di Pietà, il viale della Certosa che porta alla Certosa di Ferrara,
Nel 1492 iniziarono i lavori del colossale ampliamento della città voluto dal duca Ercole I e progettato da Biagio Rossetti. Nuovi quartieri sorsero a nord di quelli medievali, strade larghe e luminose si intersecarono a creare la prima città moderna d’Europa.
Al centro, sull’importante incrocio chiamato "Quadrivio degli Angeli", sorse il palazzo di Sigismondo d’Este, fratello del duca. Più di 8000 bugne a forma di diamante ne coprono le due facciate, dandogli il nome. Alcune soluzioni fanno dell'edificio un capolavoro architettonico e urbanistico, come ad esempio il forte rilievo e la disposizione sfalsata delle bugne, che conferiscono valore pittorico alla facciata, o la raffinata decorazione a candelabre scolpite che impreziosisce l'angolo sul quadrivio, valorizzando la veduta d'angolo dell'edificio.
Il palazzo oggi ospita la Pinacoteca Nazionale ed il prestigioso Spazio Espositivo - Palazzo dei Diamanti
Collegamento tra la città medievale e quella rinascimentale, Corso Ercole I in realtà esisteva già quando Biagio Rossetti curò i rinnovamenti commissionatigli dal duca, con il nome di Via degli Angeli. La particolare volontà di Ercole I d'Este, da cui oggi la strada prende nome, fu quella di ornare il corso di stupendi palazzi e di impreziosire il quadrivio posto a determinare l'incrocio di cardo e decumano, via degli Angeli e via dei Prioni, schema di base per la progressiva espansione dei lavori. Lungo la prima metà del corso sorsero residenze di nobili signori, mentre la seconda parte di esso venne più che altro destinata ad una funzione militare e di approvvigionamento, dato il suo diretto collegamento con le mura.
Fu così che via degli Angeli fece sempre da collegamento tra il ponte levatoio del castello e il quadrivio degli Angeli e tra quest'ultimo e la Porta degli Angeli: tale accesso permetteva l'ingresso privilegiato alle merci destinate a giungere al palazzo ducale per sfamare le nobili fauci dei cortigiani. Lunga, larga e diritta: per questa via passavano in sfilata le corti dei nobili ospiti degli Estensi, così come i membri della famiglia che si recavano fuori città. L'antica via degli Angeli era una corsia preferenziale riservata, una vera e propria antica strada privata, per evitare ai nobili di doversi addentrare tra i sudici sobborghi abitati dal popolo, dove il rischio di imboscate era molto elevato.
I palazzi dell'epoca, attribuiti al genio di Biagio Rossetti, sono ben cinque. A metà della via stanno i tre imponenti edifici che delimitano il Quadrivio degli Angeli, l'aguzzo Palazzo dei Diamanti, Palazzo Prosperi-Sacrati e Palazzo Turchi-Di Bagno. Palazzo Giglioli-Varano e il palazzo costruito appositamente per Giulio d'Este, il primo posto nella prima parte del corso e il secondo nella seconda metà, sono del tutto o solo in parte attribuibili al grande architetto. Palazzo Giglioli-Varano vanta un magnifico portale in marmo bianco e un alto muro di cinta che sono probabilmente diretta opera del Rossetti, mentre pare che il caseggiato dimora del fratello del Duca Alfonso I sia stato curato da Rossetti sia nel disegno che durante i lavori di realizzazione. A testimoniarlo si trovano tutt'oggi la conformazione generale della facciata e le finissime decorazioni in cotto ferrarese.

 
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